ALCUNI BRANI TRATTI DAL LIBRO-INTERVISTA CON LO SPIEGEL DI MARTIN HEIDEGGER (DAL LIBRO “ORMAI SOLO UN DIO CI PUO’ SALVARE)
18/03/2018

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Si riporta un brano del dialogo tra l’intervistatore dello Spiegel (Rudolf Augstein) e Martin Heidegger (passi selezionati), che delinea i tratti essenziali della “crisi” del rapporto tra filosofia e politica (brano tratto dal libro “Ormai solo un dio ci può salvare”):

Heidegger: …non abbiamo ancora nessuna strada che corrisponda all’essenza della tecnica.
Spiegel: …lei vede, dunque, … un movimento universale che o ha già introdotto o sta introducendo lo stato tecnico assoluto ?
Heidegger: sì.

Spiegel: …può in generale l’uomo singolo influenzare ancora questo intreccio e concatenamento di necessità, ovvero può la filosofia influenzarlo, o possono influenzarlo entrambi insieme, in quanto la filosofia induce il singolo o più singoli ad una determinata azione ?
Heidegger: …la filosofia non potrà produrre nessuna immediata modificazione dello stato attuale del mondo …

Spiegel: ma c’è qualcosa che possiamo fare ?
Heidegger: …l’uomo è collocato, impegnato e provocato da una potenza che diviene palese nell’essenziare della tecnica e che egli stesso non signoreggia. Far capire questo: di più il pensiero non pretende. la filosofia è alla fine.

Spiegel: in tempi andati – e non solo in tempi andati – si è tuttavia pensato che la filosofia influisca indirettamente molto …si vede benissimo che sia pure per vie traverse la filosofia ha avuto un’efficacia enorme. Orbene, lei pensa che questa efficacia della filosofia sia alla fine ?
Heidegger: (non è possibile un’efficacia) …diretta, nel senso che il pensiero possa quasi modificare causalmente lo stato del mondo.
Spiegel: …questo è il punto di saldatura tra politica e filosofia …il pensiero non potrebbe oggi produrre più nulla ?
Heidegger: ma non immediatamente.

Spiegel: abbiamo già nominato Kant, Hegel e Marx … ci pare che lei prima abbia detto di non contare più, oggi, su un’efficacia di questo genere.
Heidegger: nel senso della filosofia, non più.

Spiegel: …al sistema nel quale viviamo dobbiamo adattarci, dobbiamo cercare di modificarlo, dobbiamo spiare la porta stretta verso una riforma o quella ancora più stretta di una rivoluzione. Un aiuto noi ce lo aspettiamo dal filosofo …, un aiuto a trovare strade alternative. Ed ecco che ci sentiamo dire: non posso aiutarvi !
Heidegger: e, in effetti, non posso …non posso, perché i problemi sono così gravi che sarebbe contrario al senso di questo compito del pensiero presentarsi, per così dire, in pubblico a predicare e a distribuire censure morali. Forse si può osare la frase: al segreto della strapotenza planetaria dell’essenza impensata della tecnica corrisponde la provvisorietà e l’inapparenza del pensiero che tenta di pensare questo impensato.

Spiegel: lei non si pone nel numero di coloro che, se solo venissero ascoltati, potrebbero indicare una strada ?
Heidegger: no ! io non conosco nessuna strada per una immediata modifica dell’attuale stato del mondo, posto che una tale strada sia in generale umanamente possibile …Io non vedo la posizione dell’uomo nel mondo della tecnica planetaria come una sventura inestricabile ed inevitabile, anzi: vedo proprio il compito del pensiero nel dare mano, nei propri limiti, affinchè l’uomo riesca innanzitutto proprio a conquistare un rapporto sufficiente con l’essenza della tecnica.

Spiegel: …abbiamo in questo momento, e senza esagerare, una crisi del sistema democratico parlamentare. …: non dovrebbe il filosofo essere pronto a farsi un’idea di come gli uomini possono organizzare la loro coesistenza in questo mondo da loro stessi tecnicizzato e che, forse, gli ha preso la mano ? Non è giusto aspettarsi dal filosofo che dia delle indicazioni su come si rappresenta una possibilità di vita e viceversa non viene meno il filosofo ad una parte … della sua vocazione, se non sa comunicare nulla in proposito ?
Heidegger: ...alla difficile situazione nella quale si trova collocato il pensiero stesso, rispetto al suo compito proprio corrisponde ...una estraneazione, alimentata proprio dalla posizione di potenza delle scienze, nei confronti del pensiero. Il quale non può permettersi di dare quella risposta a problemi pratico-ideologici che il momento richiederebbe.

gp