Questo “programma politico” (applicabile a tutte le nazioni), scritto il 4 marzo 2018 e pensato da diversi anni, è stato apprezzato da un editorialista “firma” del Corriere della Sera.
Costituiscono punti notevoli, di massima, anche immediatamente applicabili, da sviluppare attraverso riflessione teorica.
Programma politico “concreto”:

1.- il potere legislativo viene dato a due organi: le università (unificate) e gli ordini professionali (che per i mestieri umili prendono il nome di corporazioni, sostituite ai sindacati);
2.- i politici hanno il potere esecutivo;
3.- esiste un senatore e un deputato per ogni provincia, in Italia (200 parlamentari in tutto). Essi fanno da collegamento tra le università e i politici esecutivi;
4.- le forze dell’ordine e la magistratura (prefetti, questori, procuratori, esercito e intelligence), secondo il principio della separazione dei tre poteri dello stato, sono anch’esse indipendenti (in questo modo se ne evita la strumentalizzazione);
5.- viene rispettato il principio di proprietà e di eredità;
6.- la ricchezza mondiale viene incrementata (“a tavolino”) con la statalizzazione delle risorse naturali (immesse nel mercato), l’aumento della quantità di moneta e la sostituzione del prezzo con un “indice di capacità reddituale e patrimoniale” (icrp), che dipende dal titolo di studio e dalla “virtù” nel lavoro: questo “icrp” consente l’accesso ai beni alle diverse categorie sociali, secondo un rigido classismo (così da assecondare l’invidia sociale e in modo che i figli dei genitori che svolgono lavori umili seguano essi, lavori insostituibili nella società. Ma tutti i lavori presuppongo un elevato cv accademico);
7.- dai principii di proprietà e di eredità si passa gradualmente a una società in cui tutto appartiene allo stato, che dà in “comodato” i beni ai cittadini-lavoratori, e li lascia ad essi (la proprietà come “affidamento”) in base alla loro virtù di gestione.
8.- il sistema produttivo non è più il capitalismo, ma è lo “standardismo”: distinguendosi tra beni di massa e beni di lusso, solo per questi vige il prezzo di mercato e l’economia di mercato. Per i primi il prezzo non è più barriera per i generi di prima necessità. Il sistema privato costituisce il 90% dell’economia.

gp